ROMA – Mauro Palma è molto preoccupato. Era in aula quando è cominciato, ed è subito finito, il processo Regeni. Il suo pensiero, di continuo, va a Patrick Zaki e alla sua prigionia. E mentre il suo staff, a campione, sale sui charter che effettuano i rimpatri forzati di persone migranti anche in Egitto, Palma decide di lanciare un’allerta, un “no” proprio a quei rimpatri nei Paesi d’origine che potrebbero tradursi in conseguenti trattamenti inumani.